Il capo del governo

Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante.
Lo riporto per chi se lo fosse perso:

“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un  popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto
seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini…

Per le restanti considerazioni regolatevi bene, mancano pochi giorni alle elezioni.

Sostengono Sergio

Ecco le prime adesioni di sostegno alla candidatura. Clicca qui per leggere l’intero appello.

Julian Adda, architetto

Yuri Artioli, ricercatore

Gianni Ballestrin, autore

Enzo Victorio Bellia, ingegnere

Marco Benati, sindacalista

Paolo Bortolini, economista

Fabrizio Caberlon, insegnante e operatore culturale

Lorenzo Cabrelle, ingegnere

Luisa Calimani, architetto

Bruna Calligrafi, dipendente scuola pubblica

Gerarda Caruso, insegnante

Lucia Corti, bioarchitetta

Carlo Crotti

Dario Da Re, sociologo

Giuliano Fabris, chirurgo

Alberto Fazio, architetto

Paola Fontana, educatrice ambientale

Renzo Fontana, esperto di beni culturali

Pier Francesco Gallo, commerciante

Elio Franzin, Presidente Onorario degli Amissi del Piovego

Federico Gianesello, impiegato settore energie rinnovabili

Ernesto Ginestri, operatore socio-culturale

Teresa Griggio, VicePresidente Legambiente Padova

Franca Kopreinig, operatrice cultura delle donne e ecologia

Luca Livio, medico Emergency

Daniele Lotto, maestro d’arte

Filippo Magagnotti, insegnante

Maria Grazia Mandruzzato

Giorgio Martellato, attivista di Legambiente Saonara e dei CAT (comitati ambiente territorio) Riviera del Brenta

Mila Masciadri, avvocato

Laura Masiero, architetto

Andrea Nicolello-Rossi, direttore Ecopolis

Elena Ostanel, dottoranda

Titti Panajotti, archittetto

Parrilla Francesco, architetto

Lucio Passi, portavoce Legambiente Padova

Marzia Pegolotti, architetta

Saveria Prai, architetto

Simonetta Rando, assistente sociale

Elena Rigano, bioarchitetta

Fabiola Rigon, architetto

Dario Rossi, avvocato segretario giuristi democratici genovesi

Luciano Rubini, dipendente Università di Padova

Lino Scalco, storico libero professionista

Ilario Simonaggio, sindacalista

Tempesta Tiziano, docente universitario

Alberto Trento, homo sapiens sapiens

Sergio Ventura, architetto

Paolo Wieczorek, insegnante

Filippo Zaccaria, docente Accademia belle arti e Presidente Ass. La Bio

I miei dieci punti

  1. per la salvaguardia dei centri storici e del paesaggio, contro il consumo di territorio
  2. per le energie rinnovabili, contro il nucleare
  3. per la difesa dell’acqua quale bene comune, contro le privatizzazioni
  4. per la green economy, la ricerca e l’innovazione tecnologica
  5. per la Bioarchitettura ed il risparmio energetico
  6. per l’agricoltura biologia, contro gli OGM
  7. per i trasporti collettivi, contro le nuove autostrade e superstrade
  8. per i parchi, il verde urbano e le reti ecologiche, contro la caccia e la cementificazione
  9. per la raccolta differenziata ed il riciclo, contro inceneritori e nuove discariche
  10. per una società aperta e solidale e per la partecipazione democratica dei cittadini

Perchè mi candido

Cari naviganti,

questo breve post  serve solo per annunciarvi – visto lo scarso spazio sinora concesso dalla stampa locale – che ho accettato la candidatura alle prossime elezioni regionali come indipendente nella lista “Sinistra, Ecologia e Libertà” (per Vendola).

E’ una scelta convinta. La cultura politica e le battaglie condotte dal movimento di Vendola mi appaiono infatti fortemente in sintonia con l’impegno ecologista a cui mi sono dedicato con Legambiente in tutti questi anni. Più che le parole – troppo spesso inflazionate nel dibattito politico corrente – mi sono sembrati convincenti le iniziative ed i risultati concretamente ottenuti dall’azione di governo di Vendola, nel suo ruolo di presidente della Regione Puglia, nel campo dei diritti civili e dei diritti dell’ambiente, nella lotta contro l’inquinamento, contro il consumo di suolo e contro i cambiamenti climatici, per la tutela delle risorse idriche e della biodiversità, per lo sviluppo dell’occupazione – e di quella giovanile in particolare – nei settori della green economy e delle energie rinnovabili.

L’esempio della Puglia, un tempo regione “bianca” e conservatrice quanto e più del Veneto, ritengo possa ridar fiato alla speranza e fornirci argomenti convincenti nella non facile battaglia contro l’oscurantismo culturale di Zaia e della Lega Nord, che alimentando l’intolleranza, rischia di farci arretrare socialmente ed economicamente, con l’inquietante prospettiva di rinchiudere la nostra regione in un soffocante ghetto.

Cambiare il Veneto sarà impresa ardua, ma sono pur convinto, come sostiene Carlo Petrini, che solo dal basso, al di fuori del sistema che ci governa, possa sorgere qualcosa di nuovo.  Sono anche persuaso del fatto che il dibattito che si sta aprendo sui programmi elettorali sia un’occasione importante per riaffermare le ragioni dell’ecologia, dell’ambiente e dei diritti civili e per avviare una battaglia di radicale rinnovamento culturale della nostra società.

Un abbraccio,

Sergio